2 novembre 1975 : il giorno più triste
2 Novembre 1975 - Pier Paolo Pasolini viene brutalmente assassinato in uno spiazzo erboso presso un campetto di calcio all'idroscalo di Ostia. Riceve percosse e bastonate; agonizzante, viene travolto più volte con la sua stessa auto.
I capelli sono intrisi di sangue. Le tracce di pneumatici segnano la sua schiena. Le dita della mano sinistra sono rotte. Dieci costole sono fratturate. Il cuore è scoppiato. Muore quella notte uno dei più grandi intellettuali italiani. E anche uno degli intellettuali più scomodi che la letteratura del Novecento italiano annoveri. Non sappiamo ancora chi sia stato veramente e soprattutto quanti siano stati ad ammazzarlo, però sappiamo sicuramente che è stato linciato quando era in vita da quella borghesia che secondo Pasolini non era una classe sociale ma una vera e propria malattia, una serpe covata nel seno della società italiana. A tale riguardo Moravia aveva già detto che la borghesia italiana era capace di tutto, bastava volgersi indietro e constatare le responsabilità effettive del ceto borghese nella controriforma e nel fascismo.
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I capelli sono intrisi di sangue. Le tracce di pneumatici segnano la sua schiena. Le dita della mano sinistra sono rotte. Dieci costole sono fratturate. Il cuore è scoppiato. Muore quella notte uno dei più grandi intellettuali italiani. E anche uno degli intellettuali più scomodi che la letteratura del Novecento italiano annoveri. Non sappiamo ancora chi sia stato veramente e soprattutto quanti siano stati ad ammazzarlo, però sappiamo sicuramente che è stato linciato quando era in vita da quella borghesia che secondo Pasolini non era una classe sociale ma una vera e propria malattia, una serpe covata nel seno della società italiana. A tale riguardo Moravia aveva già detto che la borghesia italiana era capace di tutto, bastava volgersi indietro e constatare le responsabilità effettive del ceto borghese nella controriforma e nel fascismo.
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